Malgorzata Szumowska e Michal Englert attraverso una fiaba mettono in scena la necessità di far riprendere un naturale ciclo di vita, quella neve che non cadrà più del titolo.
Il protagonista è un mago, capace di vedere nell’intimo delle persone che cura e far riemergere in loro un desiderio di vita ormai sopito dalla quotidianità sciatta e senza speranza. A sua volta spinto dal dolore a cercare una strada per uscirne, Zhenia, riesce egli stesso a completare il suo percorso di autoguarigione aiutando gli altri. Si tratta di un film allo stesso tempo rigoroso e poetico, ipnotico e inafferrabile capace di citare Kieslowski e il montaggio delle attrazioni di Ėjzenštejn: un film che guarda all’Europa ma è ben radicato nella tradizione dell’est. Grande impatto la fotografia che alterna luci e ombre all’interno di una geometria precisa, per un dispositivo che rappresenta in modo davvero efficace l’atmosfera fiabesca del film e i suoi contenuti fatti di estremi che si muovono in cerca di un equilibrio più stabile.