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sui contrasti culturaliIl tocco del peccato è un film sui contrasti dell’immenso mondo cinese. Sono raccontate 4 storie con altrettanti protagonisti che si passano il testimone, incrociandosi, tra un episodio e l’altro. Tutti sono accomunati da una profonda insoddisfazione della propria vita e possono a trasformare questo stato solo con un gesto violento e definitivo. Sebbene le morti per assassinio siano il filo conduttore di tutti gli episodi la violenza rimane un motivo sottostante. E sembra comunque essere l’unica risposta possibile alle grandi disuguaglianze che vengono rappresentate. Classi sociali a confronto, i più poveri che servono i ricchi sotto diverse forme: come operai di fabbrica maltratti, come prostitute in locali altamente sofisticati. E sullo sfondo l’ambientazione dei paesaggi cinesi che essa stessa fotografa continuamente l’enorme varietà delle situazioni ambientali, geologiche e sociali che la Cina presenta. Villaggi rurali fermi a tempi remoti, periferie di grandi città degradate sullo sfondo di grattacieli moderni, locali costosissimi per ricchi viziosi e annoiati, tecnologia avanzata e manualità antica. Convivono tutte queste anime così distanti tra loro, che non trovano integrazione se non in quella forzata dettata dalla necessita che gli uni hanno degli altri. E tutti cercano una vita diverse da quella che hanno.

Il film del Jia Zhang-Ke interessante anche e forse soprattutto per la fotografia. Anch’essa sottolinea e accentua contrasto, oscillando tra il naturalismo e il tecnologico, tra nature morte e pose di grande effetto visivo. Un film sempre in evoluzione, a tratti sorprendente; potente pur senza picchi emotivi che dipinge bene il mondo cinese, complesso, diversificato e costantemente in movimento.