John May lavora per il comune di Londra. E’ un servizio particolare quello a cui si dedica: organizzare il funerale delle persone che muoiono sole, rintracciando eventuali parenti o amici. Ama il suo lavoro e lo svolge con meticolosità; scrupoloso annota tutto fino a conservare un suo personale album fotografico delle persone che segue. Si perché vive con profonda empatia la vicenda di questi particolari clienti, si interessa profondamente alla loro vita tanto da riuscire a scrivere dei necrologi cosi dettagliati e celebrativi che sembrano scritti da un parente stretto. E partecipa solo a queste messe, scegliendo con cura anche la musica per la cerimonia. Questa è la sua vita, vivo e completamente solo, tra i morti in solitudine. Quando deve organizzare il funerale di un uomo che abita di fronte al suo palazzo, Billy, è come se la vicinanza gli faccia riconoscere un amico. Si attiva con tutte le sue energie, trova parenti ed amici e rivive, attraverso i racconti dei parenti, la storia di questo uomo con passione. E’ il suo ultimo lavoro; verrà licenziato perché impiega troppo tempo e per il comune il suo lavoro scrupoloso è uno spreco di soldi. Riuscirà finalmente ad organizzare un funerale con tanti partecipanti, e smessi i panni scuri dell’impiegato che lavora coi morti, la sua vita sembra assumere un colore nuovo, perché Kelly, la figlia di Billy, donna sola anche lei, si interessa a lui. Ma evidentemente il suo compito si era già concluso e il finale sarà tragico e dolce, perché John avrà comunque il suo premio.
Un film molto bello quello di Uberto Pasolini, rigoroso e profondo, con una fotografia che sottolinea perfettamente i contenuti: i colori tenui, le composizioni sempre geometriche, i pochissimi movimenti di macchina si incastrano perfettamente con l’umore del protagonista e il tono generale del racconto.
Il tema della solitudine è trattato con molta delicatezza ed originalità; commuove e suscita tenerezza e induce a pensare che, al meglio, si può arrivare a compiere la migliore delle opere nella solitudine, ma non si può veramente uscirne.
Un lavoro davvero fuori le righe per originalità, delicatezza e gusto estetico.