Film documentario di Michelangelo Frammartino.
In uno sperduto paesino tra i monti la vita scorre seguendo ritmi naturali scanditi dai suoni prodotti dalla natura e dagli uomini stessi.
Un vecchio pastore ci accompagna nella prima fase, dove seguiamo il ripetersi regolare e metodico dei suoi giorni. Quando una mattina troviamo le capre che entrano in casa, a cercare il loro pastore capiamo che è morto. Adesso il punto di vista passa all’animale, alle capre, ad un capretto che vediamo nascere e crescere e poi perdersi nelle montagne dove trova rifugio sotto un albero. Ora è il legno che racconta, l’albero viene tagliato e usato per i giochi nella festa del paese. Viene poi tagliato e trasportato in un luogo dove alcuni uomini cominciano uno strano lavoro coi ceppi. Con cura accatastano tutti i pezzi fino a formare una grande capanna, piena di queti legni e ricoperta di paglia e terra. Il fuoco dato alla costruzione scopriamo che trasforma il legno in carbone che viene messo nei sacchi e portato nelle case dove, un il fumo che esce da un comignolo ci indica che il carbone sta ardendo.
Il ciclo regressivo si completa e puo compiersi perchè ogni cosa accade nel suo momento e con grande cura.
Un film che rapisce nella semplicità del suo scorrere lento, che invita all’empatia e che emoziona nel suo equilbrio tra distruzione e creazione. La trasformazione.