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dalla ferita all'attenzione sensibileRuggine è il titolo di questo film di Daniele Gaglianone, titolo che rappresenta simbolicamente la difficolta di muoversi liberamente dei tre protagonisti nelle loro vite. Carmine, Sandro e Cinzia ormai adulti e ognuno con la propria vita, sono rimasti impigliati nel ricordo di una tragedia vissuta insieme da bambini, quando frequentavano lo stesso gruppo di giochi. Erano gli anni ‘70 in una periferia di una cittadina della Sicilia, e il gruppo, che aveva formato una banda sullo stile degli adulti, venne preso mira dal nuovo medico locale, una personalità ambigua attratta dai bambini.  L’esperienza traumatica, dalla quale uscirono con le loro forze, continua ad essere presente in ogni momento della loro vita, indirizzandola continuamente. Il film si svolge con uno stile visivo denso ed una sceneggiatura disposta su 4 piani diversi: le vite odierne dei protagonisti e il piano del ricordo a cui tutti ricorrono; la colonna sonora è presente, intensa, in quasi tutte le scene. Tutto questo fornisce un carattere espressivo molto forte al film. Il tempo narrativo presente, breve, racchiude un lungo tempo di ricordi dolorosi. I tre protagonisti hanno difficolta a relazionarsi serenamente col mondo che li circonda, e allo stesso tempo sono anche in grado di cogliere quelle sfumature, per averle conosciute, che altri non sono in grado di cogliere. Come accade spesso, la sensibilità, l’attenzione specifica si sviluppano intorno ad una ferita lacerante.