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Ana ha 24 anni, una vita ancora da definire, passa da un lavoro all’altro sperimentando cosa potrebbe andarle bene. Dopo l’ultima, fallimentare, esperienza come runner in una troupe cinematografica, decide di tornare a Strasburgo, suo luogo d’origine, per stare un po con la nonna. Un vecchio amore che torna in auge e il progetto di rifare il bagno della casa della nonna diventano le sue occupazioni principali dell’estate in corso, con qualche spiraglio verso un nuovo che ancora non è definito.
Rachel Lang. Presenta una giovane protagonista che ha tante caratteristiche tipiche dei giovani della sua età. In particolare il film si concentra su una certa tendenza alla ripetizione di esperienza che non sono state del tutto positive. Ed è questo il punto su cui si scontra la voglia della protagonista di cambiare qualcosa, l’impossibilità di chiudere, data anche da una reale mancanza di prospettive nuove. Cosi le scelte che prende sono tutte tese alla conservazione di uno status che per quanto sia di disagio, è l’unico che conosce. L’unico incontro nuovo, peraltro fugace, con un ragazzo in procinto de partire per la legione straniera diventerà quello spiraglio su una nuova possibilità che ora la protagonista comincia ad immaginare. Ottimo il lavoro di regia che alterna lunghe sequenze a montaggi veloci, con una macchina da presa sempre instabile, a rappresentare con grande forza espressiva il disagio e la precarietà, ma anche la staticità, della protagonista.

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