La vita di Bruno è caratterizzata da una grande infelicità. Insegna lettere a Milano, e i suoi rapporti sono caratterizzati dalla scarsa capacità di partecipazione affettiva. Quando la sorella Valeria lo raggiunge per portarlo nella loro città, Livorno, per assistere la madre nella fase terminale di una malattia, tentenna e quasi non vuole andare. Finalmente convinto inizia un percorso a ritroso nella sua storia caratterizzata dall’esuberanza della madre incapace di dare certezze e stabilità a lui e alla sorella. Al tempo stesso è l’occasione per ristabilire con lei una nuova comprensione, ancora tra estri e stravaganze che pure negli ultimi giorni manifesta.
Bello questo film di Paolo Virzi, che racconta, in parallelo, la storia di un microcosmo di persone a partire dai protagonisti, gli intrecci, i segreti e le difficoltà che coinvolgono tutti. E’ una bella storia di umanità e sentimenti caratterizzata dal recupero dell’amore materno e dal perdono. La comprensione che tutti i disagi vissuti nell’infanzia, ancora dolorosamente presenti, nulla tolgono all’amore che il genitore, a suo modo, ha potuto dare, rende possibile quella riappacificazione che apre nuove possibilità di vita.