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Daniele Dominici arriva a Rimini per svolgere una supplenza di qualche mese al liceo locale. Con i ragazzi mette subito in chiaro il rapporto che instaurerà con loro, del tutto anticonvenzionale. In questa non convenzionalità c’è posto per il manifestare il suo interesse per Vanina, ragazza dagli occhi, e dal passato, tormentati. Entrato nel giro di frequentazioni tra droga, feste e sesso, Daniele ha la possibilità di avvicinarsi a Vanina, che è fidanzata con uno del gruppo. Il tormentato passato di Daniele, come quello di Vanina, rendono le cose maledettamente difficili.
Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70. La parabola dei due amanti che cercano di salvarsi a vicenda non si completa perché entrambi hanno un fardello troppo grande di cose irrisolte. L’atmosfera generale del film, malinconica e pregna di un sentimento di ineluttabilità è evidente una proiezione del regista che copre con un cappotto il protagonista in ogni singola scena. Un cappotto che serve a proteggerlo, e a proteggersi, dal freddo interiore.

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