Si muove al confine tra la fiction televisiva e il noir la regia di Molaioli che riesce a sviluppare un discorso credibile sul lavoro di ricerca nel dolore. Tutti i soggetti del film sono coinvolti in storie di malattie che procurano sofferenze incredibili alle persone in causa e all’ambiente che li circonda. Il lavoro sulla reazione di fronte a questo tipo di dolore porta a sondare le diverse fragilità umane e i diversi modi di rapportarsi a alla malattia, attraversando un arco che va dalla negazione al totale annichilimento. Solo riuscendo a guardare in faccia la malattia e il dolore che questo comporta è possibile trarre qualcosa di utile per se e in fin dei conti per la comunità intorno.
La Ragazza del Lago di Andrea Molaioli
In un piccolo paese della montagna friulana viene ritrovata morta una giovane donna in riva al lago. Il commissario Sanzio comincia ad indagare sulla morte di Anna e poco a poco entrerà in contatto con le parti intime del tessuto sociale che si riveleranno nelle loro fragilità e gli daranno modo di ricostruire la vicenda.
Si muove al confine tra la fiction televisiva e il noir la regia di Molaioli che riesce a sviluppare un discorso credibile sul lavoro di ricerca nel dolore. Tutti i soggetti del film sono coinvolti in storie di malattie che procurano sofferenze incredibili alle persone in causa e all’ambiente che li circonda. Il lavoro sulla reazione di fronte a questo tipo di dolore porta a sondare le diverse fragilità umane e i diversi modi di rapportarsi a alla malattia, attraversando un arco che va dalla negazione al totale annichilimento. Solo riuscendo a guardare in faccia la malattia e il dolore che questo comporta è possibile trarre qualcosa di utile per se e in fin dei conti per la comunità intorno.
Si muove al confine tra la fiction televisiva e il noir la regia di Molaioli che riesce a sviluppare un discorso credibile sul lavoro di ricerca nel dolore. Tutti i soggetti del film sono coinvolti in storie di malattie che procurano sofferenze incredibili alle persone in causa e all’ambiente che li circonda. Il lavoro sulla reazione di fronte a questo tipo di dolore porta a sondare le diverse fragilità umane e i diversi modi di rapportarsi a alla malattia, attraversando un arco che va dalla negazione al totale annichilimento. Solo riuscendo a guardare in faccia la malattia e il dolore che questo comporta è possibile trarre qualcosa di utile per se e in fin dei conti per la comunità intorno.