Gaetano e Delia si incontrano a cena in un ristorante per organizzare le vacanze dei figli. Hanno passato anni intensi insieme, hanno fatto una famiglia, con due figli, ma non sono stati capaci di crescere insieme e ora vivono separati con rancori insoluti La cena diventa occasione di rivivere tutta la loro storia, confrontarsi in modo schietto, tra momenti di gioia e di dolore che i ricordi inevitabilmente portano, e di porre nuove basi per la loro vita futura.
A volte poco credibile nei personaggi e negli episodi che si succedono il film di Sergio Castellitto racconta in modo convincente e con emozioni la storia di tante coppie, che cominciano la loro vita insieme giovani, formano una famiglia e poi si ritrovano dopo qualche anno a fare i conti con le loro stesse aspirazioni mai definite. Bello il dispositivo di raccontare in montaggio parallelo nell‘arco delle due ore della durata della cena, gli anni di storia passata insieme, i riflessi dei ricordi nel presente del loro dialogo che alterna momenti di grande rabbia ad altri di amore. Una storia che ho trovato coinvolgente perché tocca punti che tutti abbiamo conosciuto, l’innamoramento, il conflitto e la fine. I due protagonisti iniziano trascinati da una grande passione e vengono proiettati in un futuro che non hanno mai realmente scelto consapevolmente. Incapaci di definire i loro desideri e le loro aspirazioni, fondamentali per una vita appagante oltre quella della famiglia. Ed è la mancanza di amore per se stessi che rende difficile amare l’altro e che porta alla fine rovinosa del rapporto. Ripercorrendo il conflitto che li ha portati sin a quel punto, ed elaborando il dolore che portano ancora con loro, i due protagonisti possono ridefinire le loro identità e sciogliere quel vincolo che permetterà la loro maturazione.