Dopo 20 anni di tentativi infruttuosi, Walt Disney riesce ad incontrare Pamela Travers, l’autrice di Mary Poppins, alla quale propone il progetto di portare sugli schermi il suo racconto. Pamela è molto scettica e pone continuamente obiezioni al lavoro degli sceneggiatori con i quali collabora, fino a trovare il motivo per tornarsene a Londra senza aver ceduto i diritti. Disney capisce la motivazione profonda della signora Travers, il motivo di quel racconto autobiografico, che è un omaggio al padre scomparso quando era molto piccola, e dopo averla raggiunta ottiene finalmente i diritti.
Il film di John Lee Hancock racconta di un esperienza di guarigione. Il libro scritto dalla protagonista a sublima un evento doloroso della sua infanzia e al tempo stesso la rende prigioniera, ostinata com’è nel suo sentirsi incompresa dal pubblico che pure le ha decretato il successo. Quando finalmente trova una persona che comprende fino in fondo le ragioni del suo dolore e della sua storia, può finalmente lasciare andare la sua opera in altre mani e voltare pagina. L’esperienza della comprensione ha un effetto catartico e finalmente può dedicarsi a nuove storie e riaprirsi alla vita. L’aquilone che il Mr.Banks di Mary Poppins ripara ai propri figli, può riprendere a volare.