Alina Marazzi costruisce una narrazione interessante intrecciando contenuti ricostruiti, repertorio storico, repertorio tv e stop motion. Un intreccio che coinvolge e porta diretti nel cuore della questione, le difficoltà che possono emergere dopo il parto. La protagonista con la sua ricostruzione è una testimone diretta di queste difficoltà, lei figlia cerca nelle nuove madri una risposta. È un film duro decisamente sbilanciato sulle problematiche delle nuovi madri, che occupano tutto il testo e appaiono insormontabili. Solo recuperando la dimensione soggettiva, sciogliendo quel legame fusionale tra madre e figlio è possibile ricominciare a vivere, sia per la madre sia per il giovane adulto che sarà. La forza espressiva delle protagoniste reali depotenzia il lavoro della madre attrice che finisce per risultare poco credibile.
Tutto Parla di Te di Alina Marazzi
Pauline è una donna anziana che torna dopo tanti anni a Torino, sua città natale per ricostruire una parte della sua vita infantile, un trauma che ha segnato la sua vita. Nelle sue ricerche sul significato della maternità stringe un contatto particolare con Emma, giovane madre alle prese con la depressione post partum. La conflittualità che nascerà nella loro relazione diverrà motivo di elaborazione del proprio dolore e di una nuova apertura verso il mondo.
Alina Marazzi costruisce una narrazione interessante intrecciando contenuti ricostruiti, repertorio storico, repertorio tv e stop motion. Un intreccio che coinvolge e porta diretti nel cuore della questione, le difficoltà che possono emergere dopo il parto. La protagonista con la sua ricostruzione è una testimone diretta di queste difficoltà, lei figlia cerca nelle nuove madri una risposta. È un film duro decisamente sbilanciato sulle problematiche delle nuovi madri, che occupano tutto il testo e appaiono insormontabili. Solo recuperando la dimensione soggettiva, sciogliendo quel legame fusionale tra madre e figlio è possibile ricominciare a vivere, sia per la madre sia per il giovane adulto che sarà. La forza espressiva delle protagoniste reali depotenzia il lavoro della madre attrice che finisce per risultare poco credibile.
Alina Marazzi costruisce una narrazione interessante intrecciando contenuti ricostruiti, repertorio storico, repertorio tv e stop motion. Un intreccio che coinvolge e porta diretti nel cuore della questione, le difficoltà che possono emergere dopo il parto. La protagonista con la sua ricostruzione è una testimone diretta di queste difficoltà, lei figlia cerca nelle nuove madri una risposta. È un film duro decisamente sbilanciato sulle problematiche delle nuovi madri, che occupano tutto il testo e appaiono insormontabili. Solo recuperando la dimensione soggettiva, sciogliendo quel legame fusionale tra madre e figlio è possibile ricominciare a vivere, sia per la madre sia per il giovane adulto che sarà. La forza espressiva delle protagoniste reali depotenzia il lavoro della madre attrice che finisce per risultare poco credibile.