Lo stile sobrio e documentaristico di Guillaume Brac garantisce la giusta distanza dello spettatore dai personaggi e dalla vicenda narrata, rendendo allo stesso tempo possibile una forte partecipazione emotiva, senza mai eccedere nei sentimentalismi. I tre personaggi apparentemente così diversi nelle loro manifestazioni esteriori condividono in realtà la stessa difficoltà relazionale, lo stesso disagio esistenziale nel rapportarsi all’altro. Ognuno di loro sviluppa una forma di difesa che meglio si addice al loro temperamento, e in questa occasione ognuno ha la possibilità, almeno per una volta, di cambiare un copione immutabile. Non sarà la svolta, forse non cambierà nulla, ma ognuno porterà a casa l’idea che sia possibile qualcosa di diverso.
Un monde sans femmes di Guillaume Brac
In un paese sulla costa nord della Francia arrivano due donne, madre e figlia, per una breve vacanza. Sylvain, trentenne locale, consegna loro l’appartamento in affitto e con loro da inizio ad una amicizia. Le due donne, di carattere quasi opposto, sono molto affascinanti e per il timido e solitario Sylvain la loro frequentazione mette a dura prova il suo innato senso di inadeguatezza. Nonostante ciò tenta di entrare in intimità con una delle due che a sua volta, disinibita e disposta al divertimento sfrenato richiama l’attenzione di altri uomini. La situazione avrà una svolta imprevista.
Lo stile sobrio e documentaristico di Guillaume Brac garantisce la giusta distanza dello spettatore dai personaggi e dalla vicenda narrata, rendendo allo stesso tempo possibile una forte partecipazione emotiva, senza mai eccedere nei sentimentalismi. I tre personaggi apparentemente così diversi nelle loro manifestazioni esteriori condividono in realtà la stessa difficoltà relazionale, lo stesso disagio esistenziale nel rapportarsi all’altro. Ognuno di loro sviluppa una forma di difesa che meglio si addice al loro temperamento, e in questa occasione ognuno ha la possibilità, almeno per una volta, di cambiare un copione immutabile. Non sarà la svolta, forse non cambierà nulla, ma ognuno porterà a casa l’idea che sia possibile qualcosa di diverso.
Lo stile sobrio e documentaristico di Guillaume Brac garantisce la giusta distanza dello spettatore dai personaggi e dalla vicenda narrata, rendendo allo stesso tempo possibile una forte partecipazione emotiva, senza mai eccedere nei sentimentalismi. I tre personaggi apparentemente così diversi nelle loro manifestazioni esteriori condividono in realtà la stessa difficoltà relazionale, lo stesso disagio esistenziale nel rapportarsi all’altro. Ognuno di loro sviluppa una forma di difesa che meglio si addice al loro temperamento, e in questa occasione ognuno ha la possibilità, almeno per una volta, di cambiare un copione immutabile. Non sarà la svolta, forse non cambierà nulla, ma ognuno porterà a casa l’idea che sia possibile qualcosa di diverso.